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Il vaccino Moderna leggermente più efficace di Pfizer

Farmaci Redazione DottNet | 02/12/2021 18:15

Lo rivela il primo confronto testa a testa su larga scala tra i due vaccini a mRNA condotto dal dipartimento per i Veterans Affairs americano e pubblicato sul New England Journal of Medicine

Il vaccino Moderna e quello Pfizer-BioNTech hanno entrambi un'altissima efficacia, ma il primo offre una protezione leggermente più alta. È il risultato del primo confronto testa a testa su larga scala tra i due vaccini a mRNA condotto dal dipartimento per i Veterans Affairs americano e pubblicato sul New England Journal of Medicine.  "Entrambi sono incredibilmente efficaci con rari casi di infezioni post-vaccino. Ma, indipendentemente dal ceppo di virus predominante - prima Alfa e poi Delta - Moderna ha mostrato di essere leggermente più efficace", ha detto uno degli autori dello studio Juan Pablo Casas Romero.  La ricerca ha preso in considerazione circa 440 mila veterani americani che avevano ricevuto uno dei due vaccini a mRNA, verificando la frequenza e la gravità di eventuali infezioni nei 4 mesi successivi alla seconda dose. Complessivamente, in questo periodo, si sono verificate 2.016 infezioni (1.135 nei vaccinati Pfizer-BioNTech, 881 in quelli Moderna); 559 erano sintomatiche (rispettivamente 327 e 232). Di queste, 411 (258 e 153) hanno richiesto il ricovero, per 125 (77 e 48) è stata necessaria la terapia intensiva e 81 hanno avuto come esito la morte (43 e 38). Sulla base di questi numeri, i ricercatori stimano che il prodotto Moderna riduce di un ulteriore 21% il rischio di infezione da SARS-CoV-2 rispetto a quello Pfizer-BioNTech, è invece inferiore del 28% il rischio di infezione sintomatica, del 41% quello di ricovero, del 27% quello di avere bisogno di terapia intensiva e del 9% quello di morte.

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 Lo studio non spiega da cosa derivino queste differenze: potrebbero essere connesse al maggior dosaggio del vaccino Moderna, a differenze nella struttura delle goccioline lipidiche in cui è incapsulato l'RNA messaggero costitutivo del vaccino o al diverso intervallo con cui sono state somministrate le due dosi. In ogni caso, sebbene le differenze in termini percentuali appaiano sostanziali, in termini assoluti sono minime e i ricercatori invitano a concentrasi sull'alta efficacia dei due prodotti. "Per la singola persona, la differenza nell'efficacia è impercettibile", scrive in un editoriale il direttore del New England Journal of Medicine Eric J. Rubin. "Siamo fortunati ad avere opzioni così buone. La vaccinazione con qualsiasi vaccino è molto meglio che non essere protetti.; il messaggio è che il miglior vaccino è quello che è disponibile", conclude.

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La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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